Frequently Asked Questions

L'impianto può causare rigetto da parte dell'organismo?
Assolutamente no! L'impianto è una vite in titanio, materiale anallergico, utilizzato anche in ortopedia per protesi ortopediche, che non causa una reazione da corpo estraneo da parte dell'organismo.

Cosa può causare il fallimento di un impianto?
L'impianto nel 97% dei casi si integra con l'osso in cui viene inserito. La percentuale di successo a distanza di 10 anni scende al 90%. Il fallimento può avvenire nelle prime fasi a causa di infezioni legate a fattori locali, quali: denti adiacenti affetti da parodontite, residui radicolari non estratti, cisti o infine, ad una scorretta tecnica chirurgica dovuta ad imperizia dell'operatore. Successivamente un impianto può fallire per mancanza di igiene orale da parte del paziente, assenza di visite di controllo dal dentista o da una scorretta realizzazione del manufatto protesico che può causare un sovraccarico masticatorio dell'impianto stesso.

Quali sono i pazienti che possono affrontare l'intervento?
E a chi è invece sconsigliato?

Praticamente tutti i pazienti possono affrontare l'intervento, sta al vostro odontoiatra mettere in luce eventuali controindicazioni per lo più di carattere locale. Le controindicazioni mediche assolute al posizionamento degli impianti sono molto rare. Il rischio di infezione focale con un impianto osteointegrato è molto scarso e sicuramente minore che con un dente devitalizzato. Il limite tra controindicazioni relative ed assolute non è netto e comprende l'analisi di diversi parametri. Pazienti con diabete compensato o con anemia o altre problematiche sistemiche possono essere curati da un team chirurgico ben addestrato che deve attenersi rigorosamente al protocollo chirurgico e alle norme di asepsi. Il consumo di tabacco aumenta il rischio di insuccesso del 10% circa e costituisce una controindicazione a trattamenti più complessi quali gli innesti ossei, ma non è controindicazione assoluta all'inserimento normale di impianti.

Anche i portatori di handicap possono accedere all'intervento?
L'intervento di implantologia presenta le stesse problematiche di qualsiasi altro intervento odontoiatrico, pertanto un ambulatorio privato o una struttura pubblica che sia attrezzata per curare pazienti portatori di handicap potrà facilmente svolgere questa tipologia di intervento. Naturalmente, anche se l'inserimento di impianti in tali pazienti non è controindicato, sta alle capacità del clinico valutare attentamente i rapporti rischi-benefici di un simile trattamento, tenuto conto che il successo a lungo termine degli impianti è strettamente legato alla capacità di mantenere un'elevata igiene orale nel tempo, il che non è sempre facilmente realizzabile nel paziente portatore di handicap.

Quanto dura l'intervento?
Dipende strettamente dalla complessità dell'intervento: da meno di 30 minuti per un impianto singolo, in presenza di un volume osseo sufficiente, a più di un'ora (due-tre al max) se si devono posizionare numerosi impianti in una cresta che deve essere incrementata o in caso di rialzo del seno mascellare.

L'intervento è doloroso?
Assolutamente no, il paziente viene adeguatamente anestetizzato con i metodi dell'anestesia locale che impiega mepivacaina, articaina, lidocaina e vasocostrittori aggiungendo eventualmente il protossido d'azoto che aiuta nella sedazione del paziente. In casi estremi, per i pazienti particolarmente ansiosi, è anche possibile far intervenire un anestesista in sede ambulatoriale per una sedazione più profonda. Dopo l'intervento, la somministrazione di farmaci anti-infiammatori, impedirà al paziente di sentire alcun dolore.

Quali sono i postumi dell'intervento di implantologia?
Dipende dal numero di impianti da inserire e dalla difficoltà del caso. Normalmente, dopo l'inserimento di un impianto singolo, non si hanno postumi di rilievo: si può verificare un leggero gonfiore della zona interessata che normalmente va via dopo un paio di giorni. Per interventi più complessi, che richiedano rigenerazione ossea o il posizionamento di molti impianti, si può verificare un'edema post-operatorio consistente, con fuoriuscita di un ematoma (livido). L'applicazione di impacchi di ghiaccio nelle ore successive all'intervento e la somministrazione di farmaci anti-edemigeni riduce notevolmente questi postumi che scompaiono nel giro di pochi giorni.

Se si deve eseguire una rigenerazione ossea l'intervento si complica?
E in che modo?

In alcuni casi la quantità di osso presente non è sufficiente all'inserimento di dimensioni adeguate, né ovviamente alla loro stabilità. Oggi sono disponibili diverse tecniche chirurgiche per la rigenerazione dell'osso ai fini implantari. Naturalmente questo richiede che l'operatore sia esperto in questo tipo di trattamenti e che il paziente sia completamente informato circa le modalità di esecuzione, i materiali utilizzati, le eventuali complicanze e la tempistica richiesta dall'intervento. Infatti, come descritto nell'apposito capitolo, spesso queste tecniche devono essere eseguite prima del posizionamento degli impianti per poter aumentare l'osso pre-esistente e solo dopo 6 mesi si possono inserire gli impianti che dopo qualche altro mese potranno essere protesizzati.

Dopo l'intervento devo rimanere senza protesi?
Per quanto tempo?

Dipende dal tipo di intervento: se gli impianti sono inseriti in una zona edentula intercalata da altri denti è possibile realizzare un provvisorio che si appoggi agli elementi dentari adiacenti (Maryland bridge). Questo provvisorio potrà essere portato dal paziente anche subito dopo l'intervento. Se l'arcata è completamente edentula o quasi, sarà necessario realizzare una protesi rimovibile appoggiata a qualche radice residua, eventualmente lasciata in situ per permettere l'ancoraggio protesico. L'unico caso in cui non si può portare la protesi per qualche tempo è quello in cui si siano realizzati delle rigenerazione ossee che potrebbero essere destabilizzate dalla pressione della protesi sulla mucosa. In alcuni casi selezionati si può, addirittura, inserire un provvisorio sugli impianti lo stesso giorno in cui vengono inseriti.

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